Di seguito sono elencate tutte le bandiere istituzionali e militari degli Stati risorgimentali, del Regno d'Italia, della Repubblica Sociale Italiana e della Repubblica Italiana.
Storia
Bandiere napoleoniche
Di seguito le bandiere di:
- Repubblica Cispadana
- Repubblica Transpadana
- Prima Repubblica Cisalpina
- Seconda Repubblica Lucchese
- Seconda Repubblica Cisalpina
- Repubblica Italiana
- Regno d'Italia
La Restaurazione
Con la rioccupazione austriaca, completata nel 1814 dal Bellegarde ai danni di Eugenio di Beauharnais, il tricolore italiano venne del tutto abbandonato, quale simbolo del trascorso regime napoleonico. Con esso, infatti, certamente si identificava. Così, il primo segnale pubblico delle intenzioni austriache di dissolvere l'esercito del Regno d'Italia consistette nel divieto, impartito dal Bellegarde il 13 giugno 1814, di indossare coccarde tricolori, evidentemente assai diffuse.
Con certezza Francesco II e Bellegarde erano piuttosto convinti che non fossero, nel frattempo, maturati altri legami. Nonostante una prima, assai pavida, riapparizione, nei moti dell'Emilia e della Romagna del 1831.
Il Risorgimento
Bandiere dei moti del 1830-1831
Di seguito le bandiere di:
- Stato delle Province Unite Italiane
Bandiere quarantottine
Abbandonato per un'intera generazione, quasi d'improvviso il tricolore ricomparve un po' dappertutto in Italia, grossomodo a partire dalla fine del 1847. Nel Ducato di Lucca, ad esempio, esso riapparve una prima volta ai primi di settembre in mano a manifestanti che richiedevano al duca Carlo Lodovico di Borbone la concessione della Guardia Civica. Alcuni giorni più tardi il tricolore fu utilizzato nel Granducato di Toscana dai giovani della comunità israelitica di Livorno, poi anche a Firenze, dove comparve il 12 settembre accanto alla bandiera rossa e bianca del Granducato.
Semplicemente, esso veniva riconosciuto quale «la bandiera nazionale italiana» e i suoi colori erano «quei colori più simpatici al Popolo sotto i quali già combattono i nostri in Lombardia», come recita una petizione datata 17 aprile 1848 e sottoposta dalla guardia civica livornese in procinto di partire per il fronte.
Da lì in avanti fu un diluvio, seppur nella diversità delle fogge e degli stemmi distintivi: Milano combatté con esso le cinque giornate dal 18 marzo, Pio IX lo adottò il 18 marzo, Venezia il 22 marzo, Ferdinando II il 3 aprile (e sino al 19 maggio, poco oltre il colpo di Stato), Parma il 9 aprile, il Granducato di Toscana il 17 aprile, il Regno di Sardegna il 23 marzo, giusto il primo giorno della prima guerra di indipendenza. Al passaggio del Ticino Carlo Alberto lo consegnava ai reparti, mentre un proclama rivolto ai popoli del Lombardo-Veneto spiegava:
Due tappezzieri realizzarono 70 vessilli con dimensioni da fanteria. I reparti che non ricevettero in tempo la nuova bandiera iniziarono la campagna del 1848 con la bandiera azzurra dei Savoia sulla quale venne applicato un nastro tricolore.
Di seguito le bandiere di:
- Regno di Sardegna
- Governo Centrale Provvisorio di Lombardia
- Repubblica di San Marco
- Granducato di Toscana
- Governo Provvisorio di Parma
- Governo Provvisorio di Modena
- Repubblica Romana
- Regno delle Due Sicilie
- Regno di Sicilia
- Città libere di Mentone e Roccabruna
Bandiere dei governi provvisori della seconda guerra d'indipendenza e della spedizione dei Mille
Di seguito le bandiere di:
- Governo Provvisorio Toscano
- Regno delle Due Sicilie
L'Italia unita
Il Regno d'Italia
Questa bandiera, la stessa in vigore nel Regno di Sardegna dal 1848 al 1861, divenne la bandiera del Regno d'Italia a partire dal 14 marzo 1861, sebbene una legge che ne definisse la forma ufficiale sia arrivata solo nel 1923. Con essa si sancì che la Bandiera Nazionale era quella con lo stemma della Casa Savoia, mentre la Bandiera di Stato aveva lo stemma sormontato dalla Corona. Quest'ultima si utilizzava per residenze dei sovrani, sedi parlamentari, pubblici uffici e rappresentanze diplomatiche. La bandiera compariva anche nello Stemma del Regno d'Italia.
La Repubblica Sociale Italiana
Lo Stato Nazionale Repubblicano, nato il 23 settembre 1943 ebbe una bandiera di fatto nel Tricolore italiano, che venne utilizzata fino al 30 novembre 1943, quando, il 1º dicembre 1943 furono ufficializzate la bandiera nazionale e la bandiera di combattimento per le Forze armate del nuovo Stato denominato Repubblica Sociale Italiana.
La bandiera di combattimento delle Forze armate della Repubblica Sociale Italiana fu cambiata il 6 maggio 1944.
La bandiera nazionale fu ammainata definitivamente il 25 aprile 1945, con lo scioglimento dal giuramento per militari e civili, quale ultimo atto del governo di Benito Mussolini, mentre la bandiera di combattimento fu ammainata ufficialmente il 3 maggio 1945 con la Resa di Caserta. Rimase ancora sporadicamente in uso sino al 17 maggio 1945, quando cessò le ostilità e si arrese l'ultimo reparto combattente della Repubblica Sociale Italiana, la Sezione di Artiglieria di Marina, dipendente dalla Batteria di Artiglieria di Marina della 1ª Divisione Atlantica Fucilieri di Marina, a Saint Nazaire, base navale per sottomarini tedeschi sull'estuario della Loira (Francia) - altro posizionamento alternativo era la Fortezza del Vallo Atlantico Gironde Mündung Süd a Pointe de Grave sull'estuario della Gironda (Francia).
L'aquila argentea fu il tradizionale simbolo dell'antica Repubblica romana mentre l'aquila aurea lo era dell'impero. Il fascio littorio dorato è un antico simbolo romano che fu scelto da Benito Mussolini ad emblema ufficiale del fascismo. Il fascio intendeva rappresentare l'unità degli italiani (il fascio di verghe tenuto assieme), la libertà e l'autorità intesa come potere legale (in origine il fascio littorio era usato come insegna dai magistrati aventi iuris dictio, ovvero aventi potere di presiedere i processi, giudicare i casi e emettere le sentenze).
La bandiera nazionale
La bandiera nazionale della Repubblica Sociale Italiana fu ufficializzata da tre atti pubblici:
La bandiera di combattimento
Le bandiere di combattimento delle Forze Armate della Repubblica Sociale Italiana furono ufficializzate da tre atti pubblici:
Resistenza partigiana
La Repubblica Italiana
Dopo la fine della seconda guerra mondiale e la proclamazione della Repubblica Italiana in seguito al referendum istituzionale del 1946, la bandiera italiana perde lo stemma di Casa Savoia e assume la foggia odierna. L'importanza di questo passaggio è testimoniata dall'inserimento nella Costituzione di un articolo - il 12 - compreso tra i principi fondamentali ad essa dedicato: «La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni».
Altre bandiere
Insegne del Capo dello Stato
Insegne reali
Il re del Regno di Sardegna prima e poi del Regno d'Italia aveva un suo proprio stendardo reale:
Insegne presidenziali
Il presidente della Repubblica Italiana ha un suo proprio stendardo:
Anche il Presidente emerito della Repubblica Italiana ha un suo proprio stendardo:
Insegne delle alte cariche dello stato
Con la Circolare del 1º dicembre 1925, il Presidente del Consiglio dei ministri del Regno d'Italia, Benito Mussolini, dispose che il fascio littorio venisse collocato su tutti gli edifici ministeriali. Successivamente con il regio decreto 12 dicembre 1926, n. 2061 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n. 288 del 15 dicembre 1926), convertito con la legge 9 giugno 1927, n. 928 (pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n. 140 del 18 giugno 1927), il fascio littorio veniva dichiarato emblema dello Stato.
Una prima volta nel 2001 e poi dal 17 luglio 2008, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, ha adottato anche lo stendardo insegna personale della carica di presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana:
C'è da notare, però, che, proprio nella sua inaugurazione, lo stendardo insegna del presidente del Consiglio dei ministri fu esposto in maniera errata (Foto n. 1, n. 2): bandiera italiana, stendardo del presidente del Consiglio dei ministri e bandiera europea, anziché bandiera europea, bandiera italiana e stendardo del presidente del Consiglio dei ministri; lo stendardo, inoltre, doveva essere delle stesse dimensioni delle bandiere italiana ed europea.
Il 23 aprile 2002 è stata istituita, con decreto, la bandiera distintiva del ministro della Difesa, a firma dell'allora capo del dicastero Antonio Martino. La bandiera è caratterizzata dai simboli delle quattro forze armate italiane (esercito, aeronautica, marina e carabinieri) con al centro la stella d'Italia.
Esiste infine la bandiera distintiva del Presidente del Senato e del Presidente della Camera. Tuttavia, per stessa ammissione del Cerimoniale del Senato della Repubblica, tale bandiera è ormai caduta in disuso ed è oggi normalmente rimpiazzata, per i due Presidenti, da due bandiere blu con al centro i rispettivi loghi delle due Camere in oro.
Insegne dei governatori coloniali italiani
Bandiere navali
Sulle navi, imbarcazioni e natanti ci sono quattro tipi di bandiere, ognuna con un significato particolare:
Bandiera navale o di navigazione
La bandiera navale, detta anche bandiera di navigazione, (), è il simbolo, espresso in mare, della Patria e della sovranità e dell'autorità della Nazione di armamento del bastimento ed è alzata, in navigazione, all'asta di poppa (per tutte le unità da diporto a motore), al picco dell'albero poppiero o alla sagola esterna dritta della crocetta principale dell'albero unico (per le unità militari e per le unità a vela con albero unico armato a sloop), ai due terzi della balumina della randa (per le unità a vela), sul picco o sull'albero poppiero (per le unità a vela fornite di picco o a più alberi) mentre sull'asta all'estrema poppa solo all'ancora o all'ormeggio. Talvolta la bandiera navale viene alzata all'asta di poppa in occasione di cerimonie, oppure di ingresso o uscita dai porti (in particolare all'estero).
Il primo Tricolore inalberato sul mare fu stabilito con il regio decreto del Regno di Sardegna del 15 aprile 1848, che così recitava:
Con l'avvento della forma repubblicana, a seguito del referendum istituzionale, venne soppresso lo stemma sabaudo caricato nel drappo di bianco del tricolore, con il Decreto Legislativo del Presidente del Consiglio dei Ministri 19 giugno 1946, n. 1, che all'art. 8 così recitava:
Nel 1947 oltre alla bandiera nazionale vennero definite anche le bandiere usate dalla Marina Militare e della Marina mercantile: il Tricolore con uno stemma sulla banda bianca. Lo stemma fu introdotto per distinguere le navi italiane da quelle messicane dato che all'epoca il paese americano batteva una bandiera che era appunto un puro tricolore senza simboli. Il decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato 9 novembre 1947, n. 1305, così recita:
Di questa bandiera navale ne esistono di tre tipi:
- bandiera navale mercantile () per la Marina mercantile, commerciale, peschereccia, da trasporto e compresi le navi, le imbarcazioni e i natanti da diporto; l'ultima versione fu istituita con il decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato 9 novembre 1947, n. 1305, ed è costituita dal tricolore italiano caricato al centro della banda bianca dell'emblema araldico della Marina mercantile rappresentante in quattro parti gli stemmi delle repubbliche marinare (Venezia, Genova, Pisa, Amalfi), senza corona turrita e rostrata, e con il leone di san Marco con il libro, anziché con spada:
- bandiera navale di Stato () per il naviglio, navi, galleggianti, unità e mezzi navali delle amministrazioni dello Stato adibite a servizio governativo non commerciale il cui personale non è ad ordinamento militare dell'Italia; l'ultima versione fu istituita con la legge 24 ottobre 2003, n. 321, ed è costituita dal tricolore italiano caricato al centro della banda bianca dell'emblema della Repubblica Italiana:
DPR n. 90/2010 - Art. 289 Bandiera e distintivi
- Le unità e i mezzi navali iscritti nel Registro inalberano la bandiera nazionale costituita dal tricolore italiano, caricato al centro della fascia bianca dell'emblema dello Stato, di cui al decreto legislativo 5 maggio 1948, n. 535, conforme al modello risultante dall'Allegato A di cui all'art. 291.
- Il naviglio di cui al comma 1 può essere contraddistinto da eventuali distintivi speciali previsti dall'ordinamento delle amministrazioni di appartenenza.
- Le disposizioni di cui al presente articolo si applicano, con modalità da stabilirsi con decreti delle amministrazioni interessate, anche al naviglio in dotazione alle Forze di polizia non iscritto nel registro.
- bandiera navale militare () per la Marina militare e per le componenti navali delle altre Forze Armate, dei Corpi Militarmente Organizzati, delle Forze di Polizia e del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco; l'ultima versione fu istituita con il decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato n. 1305 del 9 novembre 1947, ed è costituita dal tricolore italiano caricato al centro della banda bianca dell'emblema araldico della Marina militare, rappresentante in quattro parti gli stemmi delle repubbliche marinare (Venezia, Genova, Pisa, Amalfi), e sormontata da una corona turrita e rostrata:
Bandiera di bompresso
La bandiera di bompresso, in inglese navy jack, (), è quella che le navi da guerra in armamento, quando ci si trova in un porto o si sta uscendo o entrando in esso e quando sono all'ancora alla fonda in rada, alzano ad un'asta verticale all'estremità della prora (albero di bompresso) e si alza e si ammaina contemporaneamente bandiera navale e di navigazione, è issata in navigazione solo se la nave issa il gran pavese.
Di questa bandiera di bompresso ne esistono di due tipi:
- bandiera di bompresso mercantile e di Stato (), che può sostituire il pallone di fonda prescritto per i bastimenti mercantili, per la Marina mercantile, commerciale, peschereccia, da trasporto e compresi le navi, le imbarcazioni e i natanti da diporto e per il naviglio, navi, galleggianti, unità e mezzi navali delle amministrazioni dello Stato adibite a servizio governativo non commerciale il cui personale non è ad ordinamento militare dell'Italia; l'ultima versione fu istituita con il decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato n. 1305 del 9 novembre 1947, ed è costituita dall'emblema araldico della Marina mercantile, rappresentante in quattro parti gli stemmi delle repubbliche marinare (Venezia, Genova, Pisa, Amalfi), senza corona turrita e rostrata, e con il leone di san Marco con il libro, anziché con spada:
- bandiera di bompresso militare () per la Marina militare e per le componenti navali delle altre Forze Armate, dei Corpi Militarmente Organizzati, delle Forze di Polizia e del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco. Le unità militari quando danno fondo, effettuano il cambio bandiera, alzano, cioè, all'asta di prua (bompresso) la bandiera di bompresso e procedono contemporaneamente ad ammainare la bandiera navale di navigazione ed alzare la bandiera di porto all'asta di poppa. Le moderne unità militari portaeromobili, siano esse tuttoponte o dotate solo di ponte di volo poppiero, alzano la bandiera di bompresso in posizione di navigazione anche in porto, quando hanno in corso o in programmazione attività di volo. L'ultima versione fu istituita con il decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato n. 1305 del 9 novembre 1947, ed è costituita dall'emblema araldico della Marina militare, rappresentante in quattro parti gli stemmi delle repubbliche marinare (Venezia, Genova, Pisa, Amalfi), e sormontata da una corona turrita e rostrata:
Fiamma
La fiamma, detta anche pendente, (), è il distintivo di Comando delle Navi da Guerra e segnala che la nave sulla quale sventola è in servizio nella Marina del proprio governo ed è alzata all'estremità della maestra o dell'albero unico della nave. Essa non viene mai ammainata, a differenza della bandiera navale di navigazione, della bandiera di porto o della bandiera di bompresso, ad eccezione di alcuni casi. Per tradizione la sua lunghezza varia a seconda delle miglia percorse dalla nave durante il periodo di comando del Comandante della Nave, al quale viene poi donata dall'equipaggio, al termine del suo periodo di comando:
Bandiera di combattimento
La bandiera di combattimento, (), è quella che le navi da guerra alzano in battaglia. Essa è realizzata con tessuto di pregio e decorata con ricami, viene consegnata al Comandante dell'unità navale militare all'inizio della sua vita operativa con una cerimonia solenne. Durante l'intera vita di armamento dell'unità navale militare è custodita a bordo con cura particolare presso l'alloggio del comandante o in alcuni casi presso la santa barbara. Al passaggio in riserva dell'unità navale militare la bandiera di combattimento passa in consegna al Sacrario delle bandiere.
Altre bandiere
Segue un elenco delle bandiere istituzionali e militari del Regno d'Italia.
I corpi tecnici della Regia Marina e della Regia Aeronautica ebbero gli stessi vessilli dei gradi corrispondenti nel Regio Esercito. La Regia Marina modificò questa regola con foglio d'ordine n. 23 del 18 marzo 1944, usando lo sfondo blu Savoia con stelle bianche anziché gialle.
Segue un elenco delle bandiere istituzionali e militari della Repubblica Italiana.
Note
Bibliografia
- Stefano Ales, Franco dell'Uomo e Giovanni Cecini, Bandiere, stendardi, labari e gagliardetti dei Corpi militari dello Stato, Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell'Esercito, Roma 2008
Voci correlate
- Italia
- Simboli patrii italiani
- Emblema della Repubblica Italiana
- Stendardo presidenziale italiano
- Tricolore
- Bandiera francese
- Bandiera del Ducato di Savoia
- Simboli delle regioni d'Italia
- Bandiere delle comunità minoritarie d'Italia
- Bandiera d'Italia
Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su bandiere dello Stato italiano

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